21 novembre 2008

Le nostre iniziative in occasione della giornata mondiale contro la violenza maschile sulle donne



Come Donne in Nero e parte integrante della Rete delle Donne di Bologna abbiamo partecipato attivamente all'organizzazione della manifestazione che si svolgerà domani 22 novembre a Roma.
Martedì 25 novembre parteciperemo all'Assemblea ri/creativa in piazza Nettuno dove sarà ospitata la mostra delle donne colombiane "La memoria al Viento" e parleremo in piazza non solo dei contenuti della mostra ma anche di come ci occupiano dal nostro punto di vista della violenza maschile sulle donne.
Martedì 2 dicembre la Casa Internazionale di Roma ospiterà la nostra iniziativa sulla Organizacion Femenina popular e Ruta Pacifica con la mostra "Memoria al Viento" , poesie di Piedad Morales della Ruta, lettura di testi, DVD sulla situazione in Colombia da una prospettiva di genere e sulle attività delle Donne di Ruta e OFP, relatrice Patricia Tough.
Venerdì 5 dicembre saremo a Lugo (Ravenna) con la stessa iniziativa.

20 novembre 2008

Dedichiamo il 25 novembre alle donne del Congo orientale


Dedichiamo questo 25 novembre giornata internazionale per l'eliminazione della violenza sulle donne, alle donne del Congo orientale, che stanno subendo in questo momento ancora abusi, torture ma soprattutto viene usato contro di loro lo stupro di massa come arma di guerra, per diffondere il terrore soprattutto nel Sud Kivu.
L'intensità della pratica dello stupro e di altre violenze sessuali in Kivu viene considerata la peggiore nel mondo, in una guerra iniziata nel 1998 e da allora andata avanti con gli attori armati tutti dediti allo stupro come pratica di guerra incoraggiata dalla non applicazione delle leggi internazionali .
Le donne soggette a stupro non solo subiscono la violenza anche di gruppo, ma contraggono malattie come l'AIDS e in genere a trasmissione sessuale, c'è un numero sproporzionato di donne e bambine che presentano fistole causate da violenza di gruppo e naturalmente conseguenze gravi sulla loro salute sessuale fisica e psicologica. Si conoscono solo i casi di donne che hanno denunciato la violenza subita ma molte altre non hanno parlato perché la sorte delle donne stuprate in questa società patriarcale è l'ostracismo e l'allontanamento dalla famiglia e dalla società con le figlie e i figli.
Noi Donne in Nero vogliamo esprimere la nostra sorellanza con loro e denunciare questa situazione gravissima di fronte agli organismi internazionali e mettere in evidenza come ancora una volta le ripercussioni di un conflitto armato sulle donne sono gravissime perchè il loro corpo diventa campo di battaglia e bottino di guerra in conflitti identitari e di potere estremamente
violenti e cruenti.
Le donne ancora una volta non decidono sulle guerre, ne subiscono le conseguenze nefaste e poi sono escluse dalle trattative di pace, chiediamo quindi di applicare la risoluzione 1325 che vede nelle donne una risorsa per uscire dalla guerra con giustizia e vere prospettive di pace.

Afghanistan, ragazza aggredita con acido non rinuncerà alla scuola


Sabato 15 novembre 2008 12:58 di Mohammad Aziz
KABUL (Reuters)
- La giovane vittima di un attentato con l'acido contro delle scolare in Afghanistan ha detto di essere determinata a non lasciare la scuola e completare la sua istruzione, anche se per questo rischia la morte.
La ragazza, che ha detto di chiamarsi Shamsia, è quella rimasta ferita più gravemente del gruppo di giovani aggredite mercoledì scorso da un uomo fuori dalla loro scuola nella città meridionale di Kandahar. "Continuerò la mia istruzione, anche se cercano di uccidermi, non rinuncio ad andare a scuola", ha detto Shamsia dal suo letto nel principale ospedale militare di Kabul.
Shamsia, di 17 anni, è stata ferita ad un occhio, quando l'attentatore le ha strappato il velo dal volto e le ha gettato dell'acido in faccia. Nessuno ha rivendicato l'attacco, che però ha tutte le caratteristiche di un atto dei talebani, che hanno vietato la scuola alle femmine quando erano al governo tra il 1996 e il 2001.Gli insorti hanno attaccato e distrutto centinaia di scuole in tutto il paese da quando sono stati scacciati dal potere nel 2001, dopo gli attentati dell'11 settembre negli Stati Uniti.L'attentato contro le scolare ha scioccato un paese che è pure avvezzo alla violenza. Il presidente Hamid Karzai ha definito l'attentatore un nemico dell'istruzione.
Shamsia, che ora ha gran parte del viso coperto da una pomata gialla, ha detto che doveva finire gli studi per aiutare il suo paese. "Continuerò ad andare a lezione. Studierò per poter costruire il nostro paese", ha detto.I medici dicono che Shamsia, nonostante il danno ad un occhio, è in buone condizioni. I medici decideranno se inviarla in India per nuove cure.

4 novembre 2008

Mostra : La memoria al viento


I 35 anni della Organización Femenil Popular OFP

Senza memoria la verità è menzogna,
la giustizia vantaggio per gli impuniti,
la riparazione soltanto briciole.


La mostra ripercorre la storia della più antica organizzazione di donne della Colombia che nel 1972 si è costituita come movimento contro la guerra.

A destra altre immagini della mostra

Somalia: la ragazza lapidata a morte aveva 13 anni

Da Amnesty International - 03/11/2008
Contrariamente a quanto riferito da precedenti resoconti di stampa, la ragazza giudicata "colpevole" di adulterio e lapidata a morte la scorsa settimana in Somalia aveva 13 e non 23 anni.
Aisha Ibrahim Duhulow è stata uccisa lunedì 27 ottobre da un gruppo di 50 uomini che l'ha lapidata a morte. L'esecuzione è avvenuta all'interno di uno stadio della città meridionale di Chisimaio, di fronte a un migliaio di spettatori. Alcuni dei giornalisti locali, che avevano parlato di una donna di 23 anni, hanno raccontato ad Amnesty International di essere stati tratti in inganno dall'aspetto fisico della ragazza.
Aisha Ibrahim Duhulow era arrivata a Chisimaio tre mesi fa, proveniente dal campo profughi di Hagardeer, in Kenya. Nella città portuale somala, Aisha Ibrahim Duhulow era stata stuprata da tre uomini e si era rivolta ai miliziani di "al Shabab", che controllano la zona, per ottenere giustizia. La sua denuncia aveva ottenuto come risultato l'arresto, l'accusa di adulterio e la lapidazione. Nessuno dei tre stupratori è stato arrestato.
Un uomo, che si è qualificato come lo sceicco Hayakalah, ha dichiarato a Radio Shabelle, un'emittente somala: "Lei stessa ha fornito le prove, ha confessato ufficialmente la sua colpevolezza e ci ha detto che era contenta di andare incontro alla punizione della legge islamica".
Secondo i testimoni oculari raggiunti da Amnesty International, invece, Aisha Ibrahim Duhulow ha lottato contro i suoi carnefici ed è stata trascinata a forza nello stadio. Qui la ragazza è stata interrata e i 50 uomini addetti all'esecuzione hanno iniziato a colpirla, usando le pietre appena scaricate da un camion. A un certo punto, è stato chiesto ad alcune infermiere di verificare se la ragazza fosse ancora viva; fatto ciò, la lapidazione è ripresa fino alla morte della ragazza.
"Questa ragazza è andata incontro a una morte orribile, ordinata dai gruppi armati di opposizione che controllano Chisimaio: un altro degli oltraggi ai diritti umani perpetrato dai protagonisti del conflitto somalo, che dimostra ancora una volta l'importanza che la comunità internazionale agisca, attraverso una Commissione internazionale d'inchiesta" - ha dichiarato Amnesty International.